Che differenza c’è tra un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) e una difficoltà negli apprendimenti scolastici?
I DSA sono definiti specifici, perché interessano un particolare dominio di abilità (lettura/scrittura/calcolo), senza intaccare il funzionamento intellettivo generale.
La parola disturbo rimanda all’origine neurobiologica del diverso funzionamento cognitivo e del differente modo di apprendere di questi bambini.
Il fatto che il disturbo sia innato, fa sì che la prestazione sia resistente al cambiamento. Infatti i bambini con DSA, diversamente da quelli con semplici difficoltà di apprendimento, anche se trattati in modo individualizzato, tendono ad avere prestazioni al di sotto di quanto previsto per classe e per età (Tressoldi, Vio, 2008).
I disturbi specifici dell’apprendimento sono più diffusi di quanto si pensi: in Italia, in media, 1 alunno ogni 25 presenta questo tipo di disturbi.
Con il termine difficoltà negli apprendimenti scolastici si intende, invece, la presenza di qualsiasi altra difficoltà riscontrata dallo studente durante la sua carriera scolastica, che non ha un’origine neurobiologica.
Le difficoltà negli apprendimenti scolastici, quindi, non sono innate, ma possono essere dovute a fattori quali:
- ambiente socioculturale svantaggiato
- inefficace qualità dell’istituzione scolastica
- fattori emotivo-motivazionali del soggetto
Le difficoltà di apprendimento non sono persistenti, cioè se adeguatamente trattate con percorsi di potenziamento specifici, si possono ottenere miglioramenti significativi.
- potenziamento cognitivo
- potenziamento del metodo di studio
- tutor, sostegno e aiuto compito
- psicoterapia, sostegno psicologico e incontri di gruppo
- Stella G., Grandi L. (2016) La dislessia e i DSA. Conoscere per intervenire. Giunti EDU
- Vio C., Tressoldi P.E. (2012) Il trattamento dei disturbi specifici dell’apprendimento scolastico. Erickson