Cos’è
L’infanzia e l’adolescenza sono due fasi del ciclo di vita in cui l’individuo affronta numerosi compiti e cambiamenti che costituiscono normali tappe dello sviluppo cognitivo, affettivo e comportamentale. L’ingresso a scuola, l’integrazione con i coetanei, l’apprendimento di regole sociali, i cambiamenti del proprio corpo… sono solo alcune delle sfide più importanti in cui il bambino e/o l’adolescente possono incontrare difficoltà. In alcuni casi, tali difficoltà possono causare disagi eccessivi e impedire una serena crescita.
È importante, allora, individuare il più precocemente possibile eventuali segni di disagio che frequentemente possono venire espressi attraverso comportamenti più o meno visibili. Spesso, infatti, i bambini hanno difficoltà a verbalizzare i propri bisogni o il proprio disagio, ed è per questo motivo che il corpo diventa il canale privilegiato di espressione dello stato emotivo. I bambini spesso utilizzano il corpo come il luogo ed il mezzo privilegiato per esprimere il proprio disagio, magari per richiedere in maniera velata l’attenzione degli adulti, che non significa soltanto bisogno di accudimento fisico, ma qualità emotiva e coerenza all’interno della relazione.
Sebbene in tali disturbi sia assente una causa organica, essi si possono considerare malattie vere e proprie causate o aggravate da fattori emozionali, cui possono conseguire anche danni a livello organico. Infatti le emozioni negative, come il risentimento, il rimpianto, la tristezza, la rabbia o la preoccupazione, possono mantenere il sistema nervoso in uno stato di eccitazione e il corpo in una condizione di emergenza continua, a volte per un tempo più lungo di quello che l’organismo è in grado di sopportare, provocando danni agli organi più deboli.
Nei bambini e negli adolescenti i disturbi di tipo psicosomatico possono manifestarsi in diversi modi, coinvolgendo:
- Il sistema cutaneo (eczema, psoriasi, acne, dermatite atopica, prurito, orticaria, secchezza della cute e delle mucose, sudorazione profusa, alopecia)
- L’apparato gastrointestinale (nausea, meteorismo, vomito, diarrea, gastrite, colite, ulcera, intolleranza a numerosi cibi diversi)
- L’apparato respiratorio (asma, sindrome iperventilatoria)
- L’apparato cardiocircolatorio (tachicardia, aritmie, cardiopatia ischemica, ipertensione)
- L’apparato urogenitale (enuresi, encopresi, dolori mestruali, impotenza, eiaculazione precoce o anorgasmia)
- Il sistema muscoloscheletrico (cefalea, emicrania, crampi muscolari, torcicollo, mialgia, artrite, dolori al rachide cervicale)
- L’alimentazione (Anoressia, Bulimia, Disturbo da Alimentazione Incontrollata).
L’impatto sul bambino di ogni potenziale causa è da mettere comunque in relazione con il grado di vulnerabilità personale, determinato da un insieme di fattori (genetici, biologici e sociali). In particolare, i fattori di rischio per lo sviluppo di Disturbi Psicosomatici sono:
- Tratti di personalità: bambino o adolescente sensibile, coscienzioso insicuro e ansioso
- Elevate aspettative in ogni ambito: il bambino o l’adolescente si pone obiettivi molto elevati, è teso al raggiungimento dei migliori risultati scolastici (spesso in risposta agli investimenti genitoriali)
- Il bambino o l’adolescente è vissuto dai genitori come un bambino molto «buono», adeguato
- Assenza di patologia organica
- Sesso femminile
- Esperienze di separazione e/o perdita
Oltre ai fattori di rischio sopradescritti, anche il contesto (in particolare le relazioni nell’ambiente familiare), riveste un’importanza cruciale per lo sviluppo psicologicodel bambino. Un clima emotivo negativo all’interno della famiglia, come ad esempio i conflitti familiari, incidono negativamente sul benessere del bambino, così come pure avvenimenti traumatici e/o problemi riferibili a contesti esterni a quello familiare.
Negli ultimi decenni si è verificato un profondo cambiamento, che ha coinvolto diverse aree della nostra vita, tra cui quella sociale, culturale e relativa ai modelli di vita.
Anche la famiglia, in cui il bambino inizia il suo sviluppo emotivo ed affettivo, è stata interessata da questo grande mutamento: oggi sono più rare le grandi famiglie con salde figure di riferimento, mentre più frequenti sono le famiglie poco numerose. Sempre più precocemente, i bambini vengono affidati alle cure di terze persone (nonni, babysitter…) e gli stessi genitori appaiono più vulnerabili e insicuri di un tempo, tali da non riuscire a trasmettere un senso di sicurezza ai propri figli. Si accentua così il rischio di malessere nella crescita psicologica e affettiva del bambino e, di conseguenza, l’aumento del rischio di comparsa dei Disturbi Psicosomatici.
Ciò è confermato dai pediatri della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), secondo i quali sarebbero sempre più numerosi i bambini che soffrono di malattie da stress, spesso legate ai rapporti tesi con i genitori, resi difficili dai ritmi frenetici e dalle difficoltà quotidiane degli adulti nel riuscire a conciliare lavoro e famiglia. Emerge infatti in queste famiglie una difficoltà sia del bambino che dei genitori ad attribuire un significato emotivo al sintomo.
La terapia prevede un intervento multidisciplinare, integrato e globale tra diversi specialisti: il pediatra, educatori, insegnanti e psicologi. Un intervento psicologico da parte di professionisti dell’età evolutiva è indicato non solo nei casi di disturbo conclamato ma anche a scopo preventivo, di diagnosi e di sostegno.
Le varie ricerche hanno dimostrato l’efficacia di varie tipologie di intervento, fra cui rientrano:
- La terapia individuale per il bambino e/o l’adolescente, declinata secondo due direzioni principali:
- Percorsi di psicoterapia con la finalità di favorire il cambiamento di quegli aspetti che possono essere fonte di disagio e di sofferenza psicologica (schemi mentali, emotivi e comportamentali, dinamiche relazionali disfunzionali…). Attraverso il dialogo, il gioco o il disegno, il terapeuta aiuta il bambino a comprendere i suoi pensieri negativi, a riconoscere le emozioni che ne conseguono e i comportamenti sintomatici. Questo lavoro di comprensione e riconoscimento dei propri vissuti, insieme alla condivisione con il bambino e i suoi genitori, può dare inizio ad una fase di cambiamento e quindi di riduzione della sintomatologia e del malessere.
- Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR): un metodo efficace nell’intervento delle sintomatologie che si sviluppano in seguito ad un’esperienza traumatica, fondato sulla desensibilizzazione e rielaborazione degli esiti traumatici attraverso i movimenti oculari. L’EMDR è un metodo molto utilizzato e molto efficace anche nel trattamento di bambini e adolescenti: può succedere, infatti, che il bambino viva esperienze traumatiche che possano dare disagio o sofferenza come essere vittima di bullismo, assistere o subire incidenti, essere vittima di abusi o violenze. Tali esperienze possono accadere una o più volte, ma anche continuare per anni, portando il bambino o il ragazzo a sentirsi a disagio e/o diverso dagli altri e contribuendo a sviluppare delle immagini di quello che è accaduto. Grazie al trattamento EMDR questa condizione può migliorare e i sintomi possono prima affievolirsi e poi scomparire del tutto.
- La Psicoeducazione per genitori: una forma di educazione rivolta ai genitori perché accedano ad una serie di informazioni in maniera chiara e concisa, al fine di aumentare e acquisire consapevolezza, capacità di gestione della malattia e delle sue conseguenze.
- Sostegno alla coppia genitoriale con l’obiettivo di rafforzare le competenze genitoriali a fronte del disagio manifestato dal proprio bambino; in questi casi avere uno spazio dove essere ascoltati e confortati può essere di grande aiuto per comprendere meglio le proprie emozioni e quelle del proprio bambino. In questo spazio è possibile riflettere sulla modalità di stare insieme al proprio figlio così come sulle abitudini di comunicazione familiare. Attraverso la comprensione e la condivisione di questi aspetti, si può arrivare a comprendere e ridurre il disagio del bambino e della sua famiglia.
- Terapia familiare: rivolta a tutti i membri della famiglia, ha come scopo quello di favorire la comprensione di alcuni meccanismi disfunzionali che possono aver portato ad una situazione di impasse ed al manifestarsi di un sintomo psicosomatico in uno dei suoi membri. Mediante tale intervento, si cercano di individuare nuove e più funzionali modalità di ascolto reciproco e di espressione dei bisogni personali.
- Psicodiagnosi
- Counseling individuale e familiare
- Terapia individuale
- Riabilitazione
- Sostegno psicologico alla riabilitazione
- Terapia familiare
- Sostegno alla genitorialità
- Parent Training
- Psicoterapia familiare
- Bambini
- Adolescenti
- Genitori
- Famiglie
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