Cos’è
Un evento traumatico è una situazione nella quale una persona ha vissuto o assistito ad un accadimento che ha implicato gravi minacce per la propria od altrui incolumità, salute o benessere e ha provato paura, orrore, impotenza o la terribile sensazione di non poter più controllare e prevedere gli eventi.
In questi casi, provare sentimenti e sensazioni intense, o impressioni che non si riescono a dominare, è assolutamente naturale.
Non tutte le vittime di un evento drammatico rispondono nello stesso modo: ognuno vive l’accadimento attraverso le proprie sensazioni e percezioni del momento.
Queste reazioni possono verificarsi durante o immediatamente dopo l’evento drammatico, oppure manifestarsi anche dopo mesi, in maniera più o meno intensa.
Il primo impatto con un evento drammatico è caratterizzato da un vissuto di confusione e disorientamento (ovvero di shock), che rende la personamomentaneamente incapace di affrontare la situazione. In questa fase vengono messe in atto diverse modalità difensive, tra cui la più diffusa èil rifiuto, che si manifesta con incredulità o minimizzazione della gravità del fatto. Nelle prime fasi, questa reazione risulta adattiva rispetto alla difficoltà di comprensione della situazione, ma, se protratta nel tempo, ne ostacola l’accettazione.
Seguono tipicamente altre emozioni e sensazioni che, per quanto possano essere anche vissute intensamente, se temporanee hanno comunque un carattere di normalità:
- Paura di subire danni per se stesso e per le persone care, di essere lasciato solo, di dover lasciare i propri cari o di subire nuovamente l’evento
- Tristezza per i danni e le perdite subite
- Senso di colpa per essere sopravvissuto all’evento (o avere subito un danno minore, rispetto agli altri coinvolti) o rimorso per cose non fatte
- Vergogna per poter essere sembrato indifeso, emozionalmente vulnerabile, bisognoso degli altri e per non aver avuto un comportamento all’altezza delle proprie aspettative
- Rabbia per quello che è successo, per chi ha causato l’evento o ha permesso che accadesse, per l’ingiustizia dell’accaduto, per l’inefficacia dei provvedimenti e per la mancanza di comprensione da parte degli altri
- Sensazioni mentali e fisiche (non giustificate da patologie mediche accertate): difficoltà di attenzione e concentrazione, stanchezza, insonnia, incubi, tensione muscolare che può provocare dolore, senso di costrizione al petto, difficoltà respiratorie, palpitazioni, nausea e irregolarità mestruali).
- Reazioni in cui si rivive la situazione traumatica: pensieri o ricordi involontari, incubi. Sono “spiacevoli”, ma aiutano ad “assimilare” l’evento
- Reazioni di evitamento: si evita di pensare o di parlare dell’evento drammatico e di affrontare situazioni che lo ricordino, oppure ci si impegna in molteplici attività che permettono di evitare di pensare all’evento e di allontanare le sensazioni spiacevoli
- Reazioni di allarme: aumenta il grado di vigilanza che porta ad esaminare in dettaglio ciò che accade intorno, per proteggersi da potenziali pericoli
- Reazioni di tipo depressivo: sensazioni di stanchezza, con relativa perdita di interesse verso il mondo esterno, apatia; una visione prevalentemente negativa di sé e degli altri
- Altre reazioni: desiderare di rimanere soli, sollecitare la prescrizione di farmaci (ansiolitici etc), incrementare il consumo di alcool e tabacco
Queste reazioni possono sembrare eccessive. Si tratta in realtà di strategie “automatiche” della nostra mente per gestire le conseguenze dell’evento traumatico e si caratterizzano come risposte difensive, ovvero di auto protezione. Non sono però la soluzione!
Varie ricerche hanno rilevato che non tutti gli individui che hanno vissuto un evento drammatico sviluppano in seguito la sintomatologia del DISTURBO DA STRESS POST TRAUMATICO. L’evento da solo, quindi, non è sufficiente a produrre la patologia.
Tale disturbo rappresenta l’incapacità di integrare l’esperienza traumatica con la visione che la persona ha di sé e del mondo, e nelle sue forme croniche si sviluppa solo in una minoranza dei sopravvissuti ad un trauma.
Il disturbo è caratterizzato dai seguenti sintomi:
- l’evento traumatico viene persistentemente rivissuto in uno o più dei seguenti modi:
- ricordi spiacevoli ricorrenti ed intrusivi dell’evento (nei bimbi: giochi ripetitivi a tema)
- sogni spiacevoli ricorrenti dell’evento (nei bimbi: incubi senza contenuto riconoscibile)
- flashback: agire o sentire come se l’evento si stesse ripresentando (nei bimbi: rappresentazioni ripetitive specifiche del trauma)
- Evitamento persistente degli stimoli associati al trauma e attenuazione della reattività generale (assente prima del trauma) come indicato da tre o più dei seguenti elementi:
- sforzi per evitare pensieri, sensazioni o conversazioni associate al trauma
- sforzi per evitare attività, luoghi o persone che evocano ricordi del trauma
- incapacità di ricordare qualche aspetto importante del trauma
- riduzione marcata dell’interesse o della partecipazione ad attività significative
- sentimenti di distacco o di estraneità verso gli altri
- affettività ridotta
- sentimenti di diminuzione delle prospettive future
- Sintomi persistenti di aumentata attivazione (assenti prima del trauma), come indicato da almeno 2 dei seguenti elementi:
- disturbi del sonno
- irritabilità o scoppi di collera
- difficoltà a concentrarsi
- ipervigilanza
- esagerate risposte di allarme.
- È fondamentale restare sempre in contatto con ciò che si prova:
- non si deve perciò scindere – cioè allontanare dalla coscienza – le emozioni,
- percepire chiaramente sentimenti, emozioni e pensieri – gradevoli o sgradevoli che siano – vuol dire riconoscerli ed avere la possibilità di elaborali.
- questo processo è facilitato dalla possibilità di parlare dei propri vissuti con familiari e colleghi.
- Parlate dell’accaduto: è importante cogliere le occasioni per ricostruire l’esperienza, nella propria memoria e con gli altri
- Evitate di nascondere i vostri sentimenti: è importante condividere il dolore con i propri cari
- Ci vuole tempo: è importante accettare che passerà del tempo affinché i ricordi scompaiano; anche le sensazioni fisiche negative possono rimanere presenti a lungo
- Prendetevi cura di voi: trovate il tempo per dormire, riposare e stare con la famiglia e gli amici
- Cercate di non cambiare le vostre abitudini di vita
- Non lasciatevi andare: evitate di abusare di tranquillanti, sonniferi, alcol etc
- Non abbiate paura di esprimere le vostre necessità ed i vostri desideri alla famiglia, agli amici e agli operatori
Se avete figli piccoli, anche se non hanno vissuto l’evento drammatico:
- Permettete loro di discutere dei sentimenti provati e di esprimerli anche con giochi e disegni
- Fate in modo che vadano normalmente a scuola e continuino le loro attività quotidiane
In generale, è utile rivolgersi ad un esperto quando ci si accorge che tali reazioni durano a lungo, compaiono a distanza di tempo dall’evento traumatico, sono difficilmente gestibili e cominciano ad interferire pesantemente con lo svolgimento delle proprie attività e con la vita quotidiana.
In particolare, è utile consultare un professionista per individuare insieme possibili strategie di fronteggiamento:
- Se da soli diventa difficile gestire sentimenti o sensazioni fisiche molto disturbanti
- Se si ritiene che le sensazioni tardino troppo a tornare normali; se si prova tensione cronica, confusione, spossatezza o apatia
- Se queste reazioni emergono dopo un periodo di apparente tranquillità
- Se “si dorme sempre male” e si hanno incubi ricorrenti
- Se i pensieri indesiderati diventano difficili da gestire e interferiscono con la vita quotidiana
- Se non si ha nessuno con il quale condividere i propri sentimenti quando si sente che sarebbe necessario
- Se le relazioni di coppia diventano tese o se si verificano problemi sessuali
- Se diminuisce l’efficienza mentale: difficoltà di concentrazione, attenzione e memoria; se si hanno piccoli incidenti domestici, sul lavoro, alla guida
- Se, dopo l’evento, si continuano ad utilizzare in modo “eccessivo” tabacco, alcol e psicofarmaci, o si sente il desiderio di utilizzare sostanze stupefacenti.
Tecniche in fase acuta da stress:
DEBRIEFING
- Si tratta di un protocollo in formato di gruppo, che può coinvolgere fino a 15-20 persone,
- É costituito da una successione di fasi più articolata e più rigida di quelle del Defusing.
- L’incontro di Debriefing dura circa 2-3 ore.
- È una tecnica di pronto soccorso emotivo “a freddo” (24-76 ore dopo l’evento)
- tale tecnica non risulta indicata come intervento precoce, quando le persone soternare e confrontare conno ancora in uno stato di stordimento
- É utilizzato in un’ampia gamma di contesti di crisi, per aiutare vittime o volontari a
- esternare e confrontare con altri i pensieri, i ricordi e le emozioni più disturbanti,
- comprendere, normalizzare e gestire emozioni intense,
- contrastare le convinzioni erronee,
- identificare strategie di fronteggiamento efficaci,
- favorire il recupero della funzionalità,
- ricevere il sostegno dei pari
TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE
Tra gli approcci terapeutici maggiormente efficaci nel trattamento del PTSD è possibile distinguere tra psicoterapie
- che si focalizzano principalmente sulle funzioni di elaborazione cognitiva,
- che danno risalto alle tecniche comportamentali.
Tuttavia, le funzioni di entrambe sono frequentemente combinate.
Il percorso della terapia cognitivo-comportamentale fornisce,
- in primo luogo, interventi psicoeducativi sugli effetti degli stressor e del trauma, finalizzati alla normalizzazione ed alla rassicurazione dei pazienti.
- si procede poi, implementando una serie di interventi comportamentali per la gestione dello stress, con tecniche di rilassamento e gestione della respirazione
Successivamente il focus viene diretto ai comportamenti di evitamentodegli stimoli trauma-associati, tramite
- tecniche di esposizione in vivo o immaginativa.
- Tali interventi sono finalizzati, come nel debriefing, a favorire larivisitazione dell’esperienza traumatica, ma vi si giunge per gradie solo dopo che il terapeuta ha verificato le possibilità di fronteggiamento del paziente.
- Il processo di esposizione prosegue sino al punto in cui i ricordi possono esser tollerati con un livello accettabile d’ansia.
In fase di chiusura del trattamento, l’attenzione è focalizzata sullaprevenzione delle ricadute e della cronicizzazione, tramite l’utilizzo di
- tecniche maggiormente incentrate sull’elaborazione delle informazioni e sulla ristrutturazione cognitiva di eventuali pensieri disfunzionali o intrusivi associati al trauma.
Alcuni studi sperimentali evidenziano l’efficacia di tale trattamento, non solo nel rapido recupero, ma anche nell’impedire l’insorgenza del PTSD quando la terapia cognitiva-comportamentale ha inizio nell’arco di 2-3 settimane dall’esposizione al trauma.
- Psicodiagnosi e valutazioni psicotraumatologiche
- Counseling individuale
- Psicoterapia individuale con l’utilizzo dei più consolidati e validati protocolli psicotraumatologici (Terapia Cognitivo-Comportamentale, EMDR, Psicoterapia Sensomotoria)
- Percorsi strutturati (a breve termine) per gruppi esposti a situazioni drammatiche, sia in acuto, sia in situazioni cronicizzate (Debriefing, etc…)
- Vittime di eventi traumatici (ad esempio: rapine, aggressioni, violenze, truffe, incidenti sul lavoro, malattie gravi o invalidanti, lutti…)
- Familiari, conoscenti o persone che hanno assistito all’evento
- Professionisti, operatori socio-sanitari, volontari del soccorso (Soccorritori 118, Vigili del Fuoco, Protezione civile, medici e infermieri professionali)
- Andrews G., Crino R., Creamer M., Lampe L., Page A., Hunt C.,Trattamento dei disturbi d’ansia – Guide per il clinico e manuali per chi soffre del disturbo. Centro Scientifico Editore, Torino, 2003
- Cannavicci M., “Trauma psichico: fattori di rischio e fattori protettivi.”, Atti della 1° Giornate di Studio su Gravi Stress, Traumi e Salute, a cura di Maura Sgarro. 2000. Edizioni Kappa, Roma.
- De Isabella G., Barbieri S., Marzegalli M., (a cura di), Traumi da incidente stradale. Dalla prevenzione al trattamento integrato medico-psicologico. Centro Scientifico Editore, 2006
- Fullerton C.S., Ursano R.J., Disturbo post-traumatico da stress. Le risposte acute e a lungo termine al trauma e al disastro. Centro Scientifico Editore, Torino, 2001
- Giannantonio M., (a cura di), Psicotraumatologia e Psicologia dell’Emergenza. Ecomind, Salerno, 2005
- Herbert c., Didonna F., Capire e superare il trauma. Erickson, Trento, 2006
- Inter-Agency Standing Committee (IASC), IASC Guidelines on Mental Health and Psychosocial Support in Emergency Settings. Geneva, 2007