Cos’è
I nostri processi cognitivi ed emotivi dipendono dall’interazione tra mente e corpo. Il modo in cui ragioniamo, costruiamo concetti, prendiamo decisioni, risolviamo problemi, attribuiamo significati a noi stessi e al mondo che ci circonda, regoliamo le nostre emozioni, ecc…, dipende anche dal modo in cui percepiamo gli stimoli, dalle azioni che compiamo e dalle interazioni che il nostro corpo intrattiene con l’ambiente. In questo senso possiamo considerare i nostri processi di pensiero e i nostri meccanismi emotivi come “incarnati”, cioè strettamente collegati alle sensazioni e alle reazioni motorie che avvengono a livello fisico.
Per comprendere il legame che esiste tra corpo e mente, possiamo considerare il nostro cervello come composto da tre sistemi distinti, tra loro integrati e capaci di influenzarsi a vicenda.
Il primo sistema coinvolge le aree più arcaiche del sistema nervoso, quelle che condividiamo con altri organismi viventi, come mammiferi e rettili. Sono le strutture del tronco encefalico che hanno il compito di regolare i livelli di attivazione (arousal), gli impulsi al movimento e l’omeostasi dell’organismo; è a questo livello che sono elaborati i piani d’azione su base istintiva (esplorazione, ricerca di cibo, ricerca di protezione in situazioni di pericolo, sessualità, dimostrazioni di dominanza e sottomissione). Queste strutture sono strettamente collegate al nostro corpo, inviano e ricevono segnali da tutti gli organi interni e dagli apparati del nostro organismo.
Il secondo sistema (sistema limbico) è composto dalle aree intermedie del nostro cervello (amigdala, ippocampo, area del setto e altre strutture al di sotto della neocorteccia). Tale sistema regola le emozioni e la loro espressione, i meccanismi di apprendimento e la memoria oltre ad alcuni comportamenti sociali. È strettamente connesso, da un lato, con il corpo e il tronco encefalico e, dall’altro, con la neocorteccia.
Il terzo sistema coincide proprio con la neocorteccia, cioè con le strutture cerebrali evolutivamente più recenti. Questo sistema presiede l’elaborazione cognitiva delle informazioni e tutte le funzioni cognitive cosiddette “superiori”.
Come esseri umani, quindi, abbiamo a disposizione tre livelli di organizzazione dell’esperienza. L’elaborazione sensomotoria, corrispondente al primo livello, comprende i cambiamenti fisici in seguito a stimoli sensoriali (ad es., le modificazioni a livello respiratorio, cardiocircolatorio e nel tono muscolare in risposta a determinati eventi), l’organizzazione di azioni istintive e immediate di difesa, le abitudini posturali e le espressioni non verbali involontarie.
L’elaborazione emotiva permette di sperimentare, esprimere (con il corpo e con le parole) e integrare gli stati affettivi, richiama la nostra attenzione su elementi ambientali o interni significativi, aggiunge motivazione all’elaborazione cognitiva (è come se il “cervello emotivo” ci indicasse la meta e il “cervello cognitivo” ci aiutasse a pianificare la strada da percorre). L’elaborazione cognitiva si riferisce alla capacità di concettualizzare, al ragionamento, al pensiero logico, alla capacità di utilizzare il linguaggio per esprimere “ciò che abbiamo in mente”, alla conoscenza di sé e del mondo.
Questi tre livelli sono integrati e il funzionamento di ciascun livello dipende da quello degli altri due, così come il buon funzionamento del sistema nel suo complesso dipende dall’attivazione efficace di ogni livello.
In alcune circostanze, un particolare livello di elaborazione può diventare predominante e “disattivare” temporaneamente il funzionamento degli altri due. Solitamente, le aree corticali superiori agiscono da centro di controllo per quelle inferiori, attraverso un processo top-down che permette di escludere, guidare o interrompere i segnali emotivi o sensomotori. Così, ad esempio, se sto lavorando per terminare rapidamente un compito e mi viene fame, posso scegliere di proseguire con il mio lavoro posticipando il momento del pranzo, e non mi sentirò costretto a reagire in base allo stimolo della fame e dei segnali fisici che sento (salivazione, sensazioni di contrazione allo stomaco).
Tuttavia, ci sono alcune situazioni in cui l’intensità delle nostre emozioni o le reazioni sensomotorie ostacolano la capacità di elaborazione cognitiva. Quando il livello sensomotorio è disregolato, i livelli emotivo e cognitivo ne risentono e potremmo vivere un’intensificazione delle nostre emozioni oppure potremmo andare incontro a un’errata interpretazione dei segnali provenienti dall’ambiente (ad esempio, percepire un’accusa da parte di qualcuno che in realtà non ci sta accusando). In questi casi, le nostre capacità cognitive non sono del tutto accessibili e non possiamo utilizzarle per regolare l’attivazione: meglio agire sul corpo, attraverso dei processi di regolazione bottom-up che partono dalle sensazioni fisiche per ristabilire un adeguato livello di attivazione, base per un efficace funzionamento cognitivo.
Le nostre funzioni più evolute (ciò che chiamiamo “mente”), quindi, sono influenzate dal corpo e lo influenzano a loro volta. Un esempio riguarda il senso di sé, che emerge sia nel contesto delle convinzioni cognitive e delle risposte emotive, sia dall’organizzazione corporea. Alcune persone hanno un corpo “collassato”, congelato o immobilizzato a cui si accompagna un senso di sé come inefficace. Altre persone hanno un corpo iperattivato, disregolato che si accompagna a un senso del sé apparentemente “fuori controllo”. Il nostro assetto corporeo (postura, espressioni fisiche e facciali) influisce sul nostro modo di valutare la realtà e memorizzare le esperienze vissute ed è anche il riflesso delle nostre convinzioni su noi stessi e sul mondo.
Considerare la mente “dimenticandosi” del corpo produce, quindi, una comprensione solo parziale dell’esperienza umana ed è una prospettiva incompleta da cui partire per promuovere operazioni efficaci che conducono al benessere.