Cos’è
L’Enuresi è il volontario o involontario rilascio ripetuto di urina nei vestiti o a letto in una fase di sviluppo in cui il controllo degli sfinteri (i muscoli che permettono di trattenere le urine e le feci) dovrebbe essere acquisito.
Dato che la maggior parte dei bambini raggiunge il controllo degli sfinteri di giorno e di notte verso i 5 anni, la perdita involontaria di urina è un fatto normale nel bambino piccolo, che non ha ancora imparato a controllarli. Si può parlare di “enuresi”, dunque, solo se il disturbo persiste dopo i 7-8 anni, distinguendo fra enuresi notturna e diurnaa seconda se è limitata solo al periodo notturno o prosegue anche durante il giorno.
Un’altra distinzione è fra Enuresi primaria, in cui il controllo degli sfinteri non è mai stato acquisito, ed Enuresi secondaria, in cui il bambino che aveva già imparato a trattenere la pipì ricomincia a bagnarsi (questa seconda evenienza è spesso legata a stress emotivi o malattie).
Viene diagnosticata un’enuresi quando si ha il rilascio di urina due volte alla settimana per un periodo di almeno tre mesi e questo comportamento non è dovuto all’effetto fisiologico di una sostanza o a condizioni mediche generali.
L’Enuresi rappresenta un problema frequente, circa il 7% dei bambini di 8 anni, il 3% dei ragazzi di 12 anni e l’1-2% dei 15enni ne soffre). Spesso ha radici familiari e genera un crescente disagio nella famiglia e nel bambino, che può sviluppare sensi di colpa o di inferiorità. Cambiamenti come la nascita di un fratello, l’inizio della vita scolastica, il manifestarsi di conflitti nella coppia genitoriale o la mancata o tardiva educazione al controllo degli sfinteri possono essere cause dell’enuresi.
I sintomi dell’Enuresi adolescenziale sono più invadenti rispetto a quelli dell’infanzia e dal punto di vista psicologico può essere visto come una regressione e/o essere legato ad un atteggiamento molto controllante di giorno, per poi perdere totalmente il controllo delle funzioni fisiologiche di notte.
Da un punto di vista psicologico, il disturbo comporta tanto nel bambino quanto nell’adolescente una discreta limitazione dei momenti sociali, determinando in alcuni casi l’isolamento del minore e il rifiuto delle attività sociali, in particolare di quelle che implicano l’uscita ed il pernottamento fuori dall’ambiente domestico. La sofferenza psicologica può essere legata al senso di vergogna provato a causa del comportamento derisorio dei coetanei e, talvolta, anche all’atteggiamento di chi si prende cura del bambino.
Occorre valutare ed escludere cause mediche legate a condizioni mediche generali o a predisposizione genetica, deficit dell’ormone antidiuretico, immaturità persistente nel controllo della vescica o disordini del risveglio. L’Enuresi può essere associata ad Encopresi (ripetuta evacuazione di feci in luoghi inappropriati), Disturbi del sonno ed infezioni del tratto urinario (causate dalle condizioni igienico-sanitarie dovute al disturbo).
Benché in alcuni soggetti l’enuresi scompaia spontaneamente, vi è un generale consenso sul fatto che vada trattata in ogni caso, date le conseguenze che determina a livello psicologico e sociale.
Prima di iniziare un trattamento, è fondamentale valutare la motivazione del bambino e della sua famiglia, ciò che questo disturbo implica a livello psicologico, famigliare, sociale e come finora è stato affrontato. Circa il 20-30% dei genitori, ad esempio, è solito punire il figlio enuretico, comportamento inutile e per di più controproducente.
Nei casi in cui l’immaturità vescicale si associ a stipsi, i due problemi andranno affrontati contemporaneamente.
É comunque necessario intervenire con un percorso terapeutico adeguato affinché non si abbiano ripercussioni negative sull’autostima e non si presentino disturbi emotivi reattivi che potrebbero minare seriamente lo sviluppo personale e la vita sociale.
Gli approcci più indicati per il trattamento dell’Enuresi sono:
- Psicoterapia cognitivo-comportamentale che comprenda interventi psicoeducativi con i genitori, con l’obiettivo di individuare strategie di comportamento e di comunicazione efficaci con il bambino, evitando ad esempio la colpevolizzazione e la derisione. Inoltre si possono usare tecniche comportamentali, come quelle di rieducazione vescico-sfinteriale.
- Intervento medico – farmacologico, per lo più basato sulla somministrazione dell’ormone antidiuretico, la cui produzione si suppone deficitaria.
- Counseling
- Colloqui di consulenza individuale
- Valutazione psicodiagnostica attraverso colloqui per individuare il tipo di disturbo e la gravità
- Psicoterapia individuale
- Psicoterapia del bambino
- Supporto ai genitori
- Bambini di età non inferiore ai 7 anni
- Adolescenti
- Genitori
- Insegnanti
- Bagdadi, Masal Pas. Genitori non si nasce ma si diventa. Come affrontare capricci, manie, enuresi notturna, pedofilia, separazione, sessualità adolescenziale. Vol. 117. FrancoAngeli, 2002.
- D’Alessio Antonio and Rita Caruso. “Enuresi: un problema sottostimato.”
- Mencoboni, Maria Cristina. “L’enuresi notturna.” Medico e Bambino 19.9 (2000): 565.