IL SISTEMA NERVOSO CENTRALE
Le Neuroscienze hanno dimostrato come alla base di tutti i nostri pensieri, emozioni e comportamenti ci sia la comunicazione tra neuroni all’interno del nostro cervello.
I ritmi cerebrali si modificano continuamente in base a ciò che stiamo facendo e sentendo. Il nostro profilo cerebrale e la nostra esperienza quotidiana del mondo sono inseparabili.
La ricerca ha identificato modelli di onde cerebrali associate a tutti i tipi di condizioni emotive e neurologiche.
L’iper-attivazione di alcune aree del cervello è legata a disturbi d’ansia, disturbi del sonno, incubi, iper-vigilanza, comportamento impulsivo, rabbia/aggressività, depressione agitate e dolore nervoso cronico. Diversamente, l’ipo-attivazione di determinate aree del cervello è correlata ad alcuni tipi di depressione, deficit di attenzione, dolore cronico e insonnia.
BRAIN MAP –IL QEEG
L’elettroencefalografia quantitativa (qEEG) è un’analisi computerizzata della localizzazione delle onde cerebrali, che permette di rilevare l’attivazione/inibizione nelle diverse regioni del cervello. La procedura consiste nell’applicare sul cuoio capelluto una cuffia elastica con 19 sensori; si tratta di una registrazione ed è quindi priva di effetti collaterali, oltre che indolore.
Vengono registrati alcuni minuti di attività a occhi aperti, occhi chiusi e durante dei compiti.
Questi dati vengono confrontati con uno o più database normativi basati sull’età, e vengono poi elaborati per creare delle mappe bidimensionali in grado di mostrare con chiarezza quali aree sono particolarmente attive, quali sembrano dominate da ritmi lenti, e come le varie aree cerebrali comunicano fra di loro. Questa rilevazione permette di osservare i modelli di funzionamento cerebrale specifici del soggetto e di determinare se e come i patterns di onde cerebrali sottendano ad un’ampia gamma di sintomi e/o patologie. La Brainmap è quindi un’operazione preliminare fondamentale per guidare nella scelta dei protocolli di training e può essere ripetuta durante il trattamento per saggiarne l’efficacia.
IL NEUROFEEDBACK
Il Neurofeedback, noto anche come EEG Biofeedback, è una metodologia non invasiva e indolore che si basa su alcuni parametri ricavati dall’attività elettrica cerebrale, e si fonda sulla plasticità sinaptica, cioè sulla capacità biologica del cervello di modificare e riorganizzare le connessioni neurali in base all’apprendimento e all’esperienza. Come indica la parola, il Neurofeedback fornisce informazioni “di ritorno” (feedback) sull’attivazione cerebrale attraverso strumenti di monitoraggio (computer e sensori). Il trainer applica alcuni elettrodi sul cuoio capelluto della persona, che hanno la funzione di rilevare l’attività cerebrale sottostante e di trasmetterla direttamente al computer, il quale, dopo averla amplificata e convertita in segnali acustici e visivi di facile comprensione, la visualizza sullo schermo.
In questo la persona vede in tempo reale l’andamento della propria attività cerebrale, direttamente sul computer.
I parametri selezionati verranno visualizzati sullo schermo sotto forma di contenuti multimediali che funzionano e si animano solo se il soggetto mantiene lo stato di rilassamento, attenzione o concentrazione al di sopra della soglia stabilita dal trainer in base all’analisi precedentemente effettuata (QEEG). Questa forma di allenamento permette al soggetto di modificare la propria attività EEG nella direzione desiderata, la quale corrisponderà al raggiungimento di modificazioni sintomatologiche, cognitive e/o comportamentali oggettivamente rilevabili e stabili nel tempo.
I protocolli di Neurofeedback sono finalizzati al riequilibrio dell’attivazione cerebrale; il trattamento viene specificatamente modellato sulle caratteristiche individuali, peculiarità che lo rende uno strumento utilizzabile in una vasta gamma di situazioni. È ormai riconosciuta anche a livello istituzionale l’imponente mole di ricerche condotte che supportano la validità di questa tecnica. Gli autori hanno concluso che il Neurofeedback può essere considerato trattamento evidence based per varie patologie oltre che per la massimizzazione delle risorse che il nostro cervello possiede.
Infine, è importante sottolineare che come i farmaci si rivolgono al dominio chimico del cervello, il neurofeedback interviene in quello elettrico, caratterizzandosi come una valida alternativa al trattamento farmacologico. In questo senso, il neurofeedback può essere propedeutico al trattamento psicoterapico oppure parallelo allo stesso: tale scelta clinica va “costruita” su un’attenta diagnosi dei pazienti che arrivano in consultazione.
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