Cos’è
L’Insonnia è un disturbo caratterizzato dalla percezione soggettiva di sonno non-ristoratore e/o di difficoltà ad iniziare o a mantenere il sonno, che dura per almeno 1 mese.
L’insonnia può esordire in seguito a periodi stressanti ed eventi traumatici, e/o può essere legata all’ansia e alla tendenza la rimuginiosu temi di vita o di lavoro ma anche sul sonno stesso (“non ho dormito abbastanza”, “se non dormo avrò qualcosa di grave” ecc). Queste preoccupazioni sul sonno sono particolarmente insidiose perché sono in grado spesso di cronicizzare un problema di insonnia che potrebbe rimanere circoscritto (situazionale), sostituendosi alla causa scatenante e mantenendo un circolo vizioso di allerta, nemico del sonno.
L’insonnia è un disturbo molto frequente, dal momento che interessa almeno 12 milioni di italiani (prevalentemente donne ed anziani) con conseguenze estremamente negative sul benessere psicofisico dell’individuo: la persona che soffre d’insonnia lamenta sintomi diurni quali stanchezza, sonnolenza e colpi di sonno, mancanza di concentrazione, irritabilità, cali di rendimento e diminuita efficienza, che nei casi più gravi costituiscono motivo di rischio alla guida di autoveicoli e per la sicurezza sul lavoro. L’insonnia inoltre si ripercuote negativamente sulle condizioni generali dell’organismo, aumentando la suscettibilità verso patologie di varia natura quali cefalea, dolori muscolari, disturbi gastrointestinali, alterazioni cardiocircolatorie.
In ogni caso, l’insonnia peggiora la qualità della vita, deteriora i rapporti interpersonali e può favorire lo sviluppo di disturbi ansiosi o depressivi.
Proprio per questi motivi è necessario un intervento tempestivo, che impedisca la cronicizzazione e l’emergere di maggiori disagi.
Dopo aver effettuato un’accurata valutazione del tipo di insonnia, così da definire il trattamento migliore per il paziente, l’intervento si focalizza sulla presa di consapevolezza e il cambiamento degli aspetti cognitivi(pensieri, convinzioni), emotivi e comportamentali (ad esempio condotte di cattiva igiene del sonno) che sono alla base dell’insonnia, la mantengono e la cronicizzano.
Obiettivo è migliorare l’efficienza e la qualità del sonno notturno, così da ridurre ed eliminare i sintomi diurni ed aumentare il benessere psicofisico.
Durante l’intervento, a seconda da quanto emerso durante la valutazione, potranno essere utilizzati metodi di interventi specifici e di provata efficacia, come ad esempio EMDR, nel caso alla base dell’insonnia vi sia l’attivazione del sistema nervoso legata al ricordo di un evento traumatico e/o mindfulness per la gestione del rimuginio, o ancora il protocollo cognitivo-comportamentale di intervento messo a punto da Charles Morin (Morin, 1993), trattamento d’elezione per l’insonnia. Tale protocollo, che evidenze sperimentali dimostrano avere un’efficacia pari alla farmacoterapia, sia a breve che a lungo termine (6 mesi di follow up), prevede varie componenti:
- Componente psico-educativa e motivazionale con lo scopo di fornire ai pazienti informazioni sul sonno, sull’insonnia, sull’igiene del sonno
- Rilassamento e meditazione. Per contrastare l’attivazione del sistema nervoso nemica del sonno generata spesso pensieri di tipo ansioso e dsl rimuginio verranno utilizzate tecniche di rilassamento di Jacobson e di meditazione da usare a letto o nei momenti precedenti al coricarsi.
- Componente comportamentale. Essa si compone di due tipi di intervento: il controllo dello stimolo e restrizione del sonno. Il Controllo dello stimolo (Bootzin, Epstein, & Wood, 1991) ha lo scopo, seguendo semplici regole, di ricreare l’associazione positiva tra letto, camera da letto e sequenze comportamentali abituali (lavarsi i denti etc…) preparatorie all’addormentamento, con il sonno, piuttosto che con la frustrazione e con l’ansia associata alla difficoltà a dormire. La Restrizione dello sonno (Spielman, Saskin, & Thorpy, 1987) consiste nel limitare il tempo passato a letto al solo tempo effettivo passato dormendo. Il razionale che ci sta dietro è che gli individui passano un eccessivo tempo a letto mettendo in pratica tentativi non controproducenti di dormire aumentando le associazioni sbagliate.
- Componente cognitiva. La componente cognitiva, ha principalmente due scopi. In primo luogo, quello di aiutare il paziente a divenire consapevole delle proprie emozioni e dei propri pensieri; in secondo luogo, intervenire sui pensieri e credenze irrealistiche sul sonno e sulle conseguenze dell’insonnia (ad esempio “devo dormire nove ore se no non sono riposato”, “se non dormo domani farò sicuramente disastri al lavoro” etc).
A chi si rivolgono i nostri interventi:
- Adulti;
- Anziani.
- Morin, C.M. (1993). Insomnia: psychological assessment and management. New York: Guilford Press
- Morin, C. M., Culbert, J. P., & Schwartz, S. M. (1994).Nonpharmacological interventions for insomnia: A meta-analysis of treatment efficacy.American Journal of Psychiatry, 151, 1172-1180
- Murtagh, D. R. R., & Greenwood, K. M. (1995). Identifying effective psychological treatments for insomnia: A meta-analysis.Journal of Consulting and Clinical Psychology, 63, 79-89.
- Bootzin, R. R., Epstein, D., & Wood, J. M. (1991). Stimulus control instructions. In P. Hauri (Ed.), Case studies in insomnia (pp. 19-28).New York: Plenum Press.
- Spielman, A. J., Saskin, P., & Thorpy, M. J. (1987). Treatment of chronic insomnia by restriction of time in bed.Sleep, 10, 45-56.